Voglia di vacanze, con l’occhio al benessere,ma anche alla sicurezza. Non è una estate come le altre. Bisogna fare i conti con la realtà e ricordare che l’emergenza sanitaria Covid-19 è ancora in atto. Il distanziamento sociale resterà la regola.
Le vacanze non sononecessariamente al mare, gli italiani hanno scelto anche la campagna e la montagna per godere degli spazi aperti e della natura.La natura permette di sperimentare uno stato di benessere e tranquillità, di rilassarsi e liberarsi dalle tensioni, disconnettendosi dalla quotidianità.
Per capire come affrontare emotivamente le vacanze con il virus abbiamo intervistato la psicologa clinica Silvia Bassi. “Stiamo vivendo un momento critico suvariaspetti a causa della pandemia che ha colpito il nostro Paese con il COVID-19” spiega la psicologa romana Silvia Bassi. “L’isolamento è necessario per contrastare il contagio e il diffondersi del virus, ma questa condizione può risultare psicologicamente molto pesante per alcune persone, vista anche l’innata natura sociale dell’essere umano. A questo si aggiunge la preoccupazione per il diffondersi del virus, la paura del contagio, della perdita dei nostri cari, l’ansia legata all’incertezza economica e lavorativa e alle conseguenze che avrà tutto questo sul futuro”.
Quali sono le emozioni che ci sovrastano in questo periodo?
«Attacchi di panico, ansia, depressione, irrequietezza possono manifestarsi durante le giornate di isolamento. L’epidemia coronavirus ha diverse sembianze: di tipo biologico, ma anche di tipo cognitivo, affettivo e sociale; queste ultime sono più nascoste perché non si possono misurare con un termometro.In questa situazione emergono pensieri catastrofici e negativi e ci troviamo costretti a occuparci delle nostre emozioni, soprattutto di quelle spiacevoli, come paura, ansia, tristezza, noia.In particolare, la pauraanche se vissuta spesso come negativa, è un’emozione intensa, ma necessaria. Durante il corso dell’evoluzione della specie umana è stata scelta come emozione primaria di difesa per prevenire i pericoli ed è quindi funzionale a evitarli. Abbiamo paura anche perché abbiamo bisogno di avere una percezione di controllo sulle nostre vite: si ha paura di quello che non si conosce e il Coronavirus rientra in questa categoria».
Molte notizie legate a questo evento sono descritte dai media e dalla rete in modo sensazionalistico.
«In questi casi accade che la paura percepita sia maggiore rispetto agli effettivi pericoli. Succede, quindi, che l’emozione della paura si trasformi in panico, divenendo fonte di problemi. Inoltre, il Coronavirus può renderci insicuri, sia perché il virus non lo possiamo vedere con i nostri occhi (non sappiamo se siamo stati contagiati o meno, o se lo siano le persone che ci circondano), sia perché non siamo in grado di sapere, nel caso venissimo contagiati, che tipo di decorso questa malattia potrà avere su di noi.Come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in una breve raccolta con suggerimenti su come gestire lo stress, la prima cosa da ricordare è che “è normale sentirsi tristi, stressati, confusi, spaventati e arrabbiati”».
Come combattere i momenti di tristezza, ansia e scoraggiamento?
«E’importante rimanere in contatto con le proprie emozioni, anche se intense, ancorandole però a quello che succede nel “qui ed ora”, ovvero al presente. Questo aiuta a contestualizzare quello si prova, ridimensionando le emozioni ingestibili, al fine di riacquisire strategie efficaci per risolvere i problemi. Inoltre, avvicinarsi emotivamente alle persone di cui ci si fida è un’ulteriore risorsa per arginare le proprie preoccupazioni. Ricordare che non si è soli: questa condizione finirà. Relazionarsi agli altri è fondamentale per stare bene sia a livello biologico che psicologico».
Ci sono tecniche pratiche per gestire l’ansia?
«Si possono gestire i momenti più acuti di ansia con diverse tecniche. Rallentare il flusso dei pensieri, concentrandosi su una cosa sola o contando con calma, cercando di visualizzare i numeri contati un secondo alla volta. Allontanarsi dagli stimoli negativi: ad esempio ricercare in una stanza oggetti o ricordi piacevoli, che possono aiutare a trovare la tranquillità perduta.Respirare lentamente dal naso, buttando fuori l’aria dalla bocca in modo controllato; entrare in contatto con il proprio corpo e le sue sensazioni.Fare attività fisica è un modo per mantenere il corpo e la mente attivi. Tra le varie attività, ballare, ad esempio, aiuta a restare in forma, ma anche a divertirsi e a scaricare la tensione.Risulta molto importante anche mantenere un’alimentazione equilibrata, ricca di alimenti freschi, evitando gli eccessi per garantire al nostro organismo un sistema immunitario efficiente e reattivo. Il cibo è la nostra prima medicina, soprattutto quando si parla di prevenzione».
Come aiutare i nostri cari nella gestione del panico?
«Per poter aiutare qualcuno è importante capire con quali risorse ci si avvicina all’altro. Se non si conoscono i propri limiti, si rischia di fare del male a sé stessi e, secondariamente, anche ai propri cari: può succedere di innervosirsi o di preoccuparsi senza riuscire a sostenere l’emozione dell’altro e, quindi, risultare inefficaci. L’empatia può essere d’aiuto; riguarda la capacità di mettersi nei panni dell’altra persona, astenendosi dal giudicarla, ma riconoscendo le sue emozioni e comunicandogliele. Incoraggia i tuoi cari con frasi come: “Capisco come ti senti”, “Può capitare a tutti in questa situazione sentirsi agitati, alle volte senza sapere il perché”, oppure “Non so bene cosa dire in questo momento, ma sono felice tu abbia sentito di condividerlo con me”, “Ti sono vicino”. L’empatia consente dimettersi in contatto con gli altri, mantenendo la calma e facendo sentire all’altro che si è al suo fianco».
Come comunicare con i bambini?
«Per poter tranquillizzare e dare informazioni corrette a un bambino è importante gestire prima le proprie emozioni. La modalità di gestione delle emozioni da parte dei genitori è fondamentale: come faccio a calmare mio figlio se sono io il primo a essere spaventato? I bambini imparano principalmente imitando l’adulto; quindi, non bisogna negare di aver paura, sia perché più si nega un’emozione più questa si intensifica, sia perché sarebbe un inganno dire il contrario (e con i bambini gli inganni durano poco!). Bisogna far sentire che si è in grado di gestire e affrontare le emozioni.Spesso, quando i bambini sono spaventati cerchiamo di dare loro spiegazioni (sdrammatizzando, dicendo che non succederà niente, etc.) per bloccare un’emozione spiacevole,ma ciò non è funzionale. E’ invece davvero utile lasciargli uno spazio per esprimere quello che sta provando. Si potrà poi dire: “Capisco che hai paura”, “Mi rendo conto, ti vedo spaventato”. Solo se l’adulto accoglie la sua emozione, il bambino capisce che questa non è così pericolosa. Possiamo offrire un “modello di gestione della paura” portando degli esempi tratti dallanostra vita reale come: “Quando ho paura pensoa….”, “Quando io avevo la tua età facevo così…”. I giochi, le storie, i disegni rappresentano strumenti utili a esprimere e condividere le emozioni per affrontare la paura. Disegnare vuol dire tirare fuori l’emozione spiacevole: “Facciamo un disegno del Coronavirus e poi lo scarabocchiamo tutto?”E’ importante instaurare con bambini e adolescenti un dialogo autentico attraverso attività interessanti da fare insieme: guardare insieme un film, ascoltare la musica, suonare uno strumento musicale, etc. Innanzitutto, restare in ascolto».
Molti anziani restano soli in città durante le vacanze…
«Prendersi cura degli anziani durante le vacanze è una priorità per molte famiglie, essendo la categoria più a rischio, sia a livello medico che psicologico. L’impossibilità all’incontro quotidiano con i propri parenti e amici può essere molto doloroso, perché questi rappresentano degli elementi cardine del benessere e della salute mentale dell’anziano.
E’ importante in questo momento sentirli al telefonoin modo quotidiano (anche tramite videochiamata). Il contatto quotidiano risulta fondamentale per contrastare l’isolamento e rallegrare loro l’umore, aiutandoli a trascorrere le giornate più velocemente. Sapere che qualcuno pensa a loro li aiuta e rasserena. Possiamo fare per loro la spesa online, come anche aiutare concretamente qualche anziano che abita vicino casa nostra».
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